Per assicurare sviluppo e benessere alla nazione, in governo sudafricano ha individuato ed inserito nel Ten-Year Innovation Plan (http://www.dst.gov.za/index.php/resource-center/strategies-and-reports/143-the-ten-year-plan-for-science-and-technology) cinque macro-aree di intervento prioritario: bio-economia, scienze spaziali, sicurezza energetica, cambiamento climatico e dinamiche sociali ed umane.
I settori scientifico-tecnologici sui quali si incentra la collaborazione con l’Italia nel triennio 2014-2016 riguardano le seguenti aree tematiche:
- Fisica, astrofisica e radio-astronomia
- Tecnologie dell’informazione e della comunicazione
- Biotecnologie
- Nanotecnologia e nuovi materiali
- Medicina e salute
- Energie alternative, rinnovabili ed ambiente
e rappresentano, pertanto, aree di collaborazione internazionale prioritaria per il Sudafrica. Altri settori di in cui si stanno concentrando interessi di ricerca scientifica e sviluppo tecnologico sono legati al nexus acqua-energia-cibo, alla gestione ed al trattamento delle acque, all’aerospazio. Significativa anche la presenza dell’industria italiana nel settore delle energie rinnovabili.
L’Italia ha avuto un ruolo di primo piano per la creazione del Polo di Cape Town dell’International Centre for Genetic Engineering and Biotechnology (ICGEB), inaugurato nel settembre 2007 dall’allora Ministro dell’Università Mussi.
Siamo inoltre in prima linea per la realizzazione del Progetto SKA (Square Kilometre Array), finalizzato alla costruzione del più grande radiotelescopio al mondo, la cui componente africana sara’ costituita da piu’ di 2000 parabole, per un costo complessivo compreso fra 1,5 e 2,2 miliardi di euro. Il progetto nasce da una partnership internazionale di cui fanno parte 67 Organizzazioni provenienti da 10 Paesi (per l’Italia l’INAF – Istituto Nazionale di Astrofisica). Il nostro Paese e’ parte della SKA Organization (SKAO), la società di gestione del progetto, insieme a Gran Bretagna, Paesi Bassi, Cina, Canada, Svezia, India, Nuova Zelanda, Australia e Sudafrica. I lavori della fase 1, destinati ad avere importanti ricadute nell’industria applicata anche in Italia, dovrebbero iniziare nel 2018 e concludersi nel 2024. Il progetto sarà realizzato per il 30% in Australia, mentre il restante 70% vedrà il Sudafrica alla testa di altri 8 Stati africani (Namibia, Botswana, Zambia, Mozambico, Mauritius, Madagascar, Kenya e Ghana) che saranno coinvolti nella fase 2 del progetto (successiva al 2025).
Sempre nel settore radioastronomico, Italia e Sudafrica collaborano al progetto African VLBI Network, che prevede la creazione di una rete di radiotelescopi nel continente africano tramite la riconversione di antenne paraboliche precedentemente utilizzate per le telecomunicazioni nella banda radio. Tale struttura avra’ caratteristiche spiccatamente multidisciplinari e servira’ per lo sviluppo e l’aggregazione delle competenze a livello continentale nell’ambito della tecnologia, dell’ingegneria e dell’alta formazione.
Bibliografia
Scholes R.J., F. Anderson, C. Kenyon, J. Napier, P. Ngoepe, B. van Wilgen and A. Weaver (2008) Science councils in South Africa. South African Journal of Science, 104, 435-438.